
L’articolo è incentrato sulla storia, struttura e funzioni della Comunicazione. La comunicazione è una relazione che si stabilisce tra due o più … (Clicca sul titolo per continuare a leggere l’articolo)
L’articolo è incentrato sulla storia, struttura e funzioni della Comunicazione. La comunicazione è una relazione che si stabilisce tra due o più … (Clicca sul titolo per continuare a leggere l’articolo)
Con questo titolo, il Prof. Alberto Caocci, storico, giornalista e saggista, esordiva nella recensione fatta al libro “La Sardegna nel Tempo” di Felice Moro pubblicata nel settimanale “L’Ortobene” di Nuoro in data 10 aprile 2011.
“A prima vista la recente fatica del direttore didattico Felice Moro, La Sardegna nel Tempo (Grafica Parteolla, Dolianova, 2010, pp. 44, Euro 20) potrebbe apparire l’ennesimo libro di storia sarda e, per i lettori più superficiali e sprovveduti, addirittura un velleitario tentativo di recare altri vasi a Samo. Indubbiamente le vicende storiche della nostra regione si dipanano per tutte le pagine di questo corposo e documentato lavoro (sono oltre 120 le fonti elencate nella bibliografia), che tuttavia si distingue dagli altri per l’esposizione piana e accessibile a fronte di tante ( troppe) opere consimili che, seppure firmate da indiscutibili specialisti della materia, paiono talora scritte in forma autoreferenziali, quasi fossero destinate solo agli addetti ai lavori e non, come sarebbe invece doveroso, al grosso pubblico.
Altro elemento distintivo è la finalità didattica dell’opera, che si prefigura di delineare un panorama generale della storia isolana per essere utilizzato come strumento di primo approccio alla materia, fruibile sia nelle scuole sia in prospettiva più ampia nella società degli adulti. Avendo speso un’intera vita nella scuola e per la scuola e scritto (per l’Editore Angeli di Milano) diverse pregnanti opere sulla scuola, Felice Moro non poteva che rivolgersi innanzitutto ai giovani, senza peraltro escludere dalla lettura del suo pregevole saggio i comuni lettori che hanno il piacere della lettura e conservano il gusto per la conoscenza, oltre a provare un’affettuosa curiosità verso le vicende antiche e moderne della propria terra.
Le preoccupazioni pedagogiche sottendono anche l’articolazione di quella che il sottotitolo del volume definisce storia essenziale dell’Isola; in effetti, tenendo conto delle variegate particolarità e delle specifiche esigenze che sono proprie al mondo della scuola (linguaggio, metodi di apprendimento e di ricerca, obiettivi didattici e cognitivi, stili espositivi, analisi, rielaorazione domestica, sintesi … i contenuti si ampliano e si sviluppano progressivamente; prendono infatti le mosse da un approccio iniziale alla materia molto sobrio e lineare (chiaramente riscontrabile nei primi capitoli del volume) fino a toccare livelli più intensi e coinvolgenti nella seconda parte. Particolarmente apprezzabile, a questo proposito, l’inserimento in Appendice di un’esuriente sintesi della Carta de Logu, promulgata da Eleonora d’Arborea nel giorno di Pasqua del 1392 e rimsta in vigore nell’Isola per oltre 430 anni finché non venne sostituita dal Codice Feliciano nel 1827.
E’ lo stesso Autore a precisare che questo lavoro di sintesi dei contenuti e di commento viene fatto in italiano, per dare più chiarezza ai contenuti e maggiore fluidità al discorso generale, mentre per dare al documento il dovuto risalto storico, linguistico e filologico, alcune norme sono riportate nel testo originale, in lingua sarda arborense; un metodo che ci pare ineccepibile e più coinvolgente. Gli insegnanti conoscono bene un annoso problema della scuola sarda: mentre abbondano i testi di storia della Sardegna, si possono contare solo sulle dita di … mezza mano quelli che sono stati scritti e, soprattutto, concepiti per la galassia che ruota intorno alla scuola: i giovani, innanzitutto, ma anche i loro educatori , le famiglie e chiunque si occupi di educazione. Il libro di Felice Moro si colloca decisamente fra queste felici eccezioni: non solo per la citata semplicità del linguaggio espositivo ( che non scivola per altro nel banale) ma anche per gli stimoli alla riflessione e alla rielaborazione personale dei contenuti, non trascurando la rigorosa ( e necessaria) linea del tempo”.
Alberto Caocci
Viene riportata qui di seguito la recensione sul libro “La Sardegna nel Tempo” di Felice Moro fatta dal Dott. Giorgio Piras sul settimanale L’Arborense di Oristano nell’ultimo numero del mese di luglio 2011.
“Si è svolto il 9 luglio scorso, nella sala polivalente del Comune di Tiana, la presentazione dell’Ultimo libro di Felice Moro «La Sardegna nel tempo. La storia essenziale dell’isola e la Carta de Logu» (Edizioni Grafica del Parteolla).
Ha coordinato i lavori l’Assessore alla cultura del Comune, Katia Zedda, sono intervenuti, oltre all’autore, il Sindaco di Tiana, Bruno Curreli, l’editore del volume Paolo Cossu e Giovanni Murgia, storico dell’Università di Cagliari, in qualità di relatore. All’incontro ha preso parte anche il Presidente dell’Amministrazione provinciale di Nuoro, Roberto Deriu.
Si dice che un libro non lo si può presentare senza dire alcune cose essenziali sull’autore, ciò è stato in questa occasione, più che mai vero. Tiana è il paese natale di Felice Moro, è stato, quindi, inevitabile che l’avvenimento assumesse un carattere a metà strada tra l’ufficiale e l’amarcord.
L’intervento del sindaco è stato piuttosto informale. Essendo stato egli stesso alunno dell’allora Maestro Moro, ha preferito rievocare ricordi di carattere personale piuttosto che intrattenersi su aspetti istituzionali.
Il sindaco Curreli ha brevemente ricordato il percorso biografico e professionale dell’autore, da quando, ancora ragazzo collaborava in famiglia allo svolgimento delle attività tradizionali, allora prevalenti, fino alla scelta coraggiosa e, per quei tempi, rivoluzionaria, di spezzare le regole imposte ed intraprendere gli studi.
Questo è, probabilmente, uno dei maggiori meriti riconosciuti a Felice Moro: quello di aver creato una discontinuità nelle regole ferree della cultura agropastorale. Quella tradizione che, se per certi versi ha rappresentato per i sardi, un recinto che garantiva una protezione contro il nuovo e lo sconosciuto (nella Sardegna centrale è ancora frequente il riferimento a “su connottu” con una accezione di quasi sacralità) per altri ha costituito una barriera pressoché insormontabile verso il cambiamento. Negli anni 50 e 60 del secolo scorso, chi aveva l’avventura di nascere in un piccolo paese della Sardegna, aveva un percorso di vita che, direbbero gli statistici, era altamente prevedibile: o si rimaneva in paese ad attendere alle attività tradizionali, oppure si emigrava verso il nord Italia o all’estero in cerca di “fortuna”.
Felice Moro ha dimostrato che esisteva una terza via: quella dell’impegno nello studio; che questo poteva essere un modo per riscattarsi da un destino già segnato. In questo senso egli ha tracciato un strada che molti, dopo di lui, hanno seguito, anche grazie al suo esempio.
I punti principali del volume sono stati commentati nel corso della relazione del Prof. Giovanni Murgia. Si tratta di un lavoro a carattere storico con un taglio prettamente didattico. L’opera offre un quadro essenziale, organico ed unitario della storia della Sardegna, abbraccia un lungo arco di tempo e, al suo interno, comprende una serie di epoche politiche e storiche differenti, dall’era prenuragica alle rinascite fallite passando per le dominazioni succedutesi nell’isola: fenici, cartaginesi, romani, vandali, bizantini, aragonesi, spagnoli, austriaci e infine la “fusione perfetta” con il regno piemontese e con la storia dell’Italia.
Il libro di Felice Moro non è però solo un libro sulla Sardegna; è un libro anche – anche non nel senso di secondariamente – sui Sardi. La chiave di lettura dell’intera opera è, probabilmente, contenuta
nell’introduzione al volume che citiamo testualmente: “Il tempo attuale è caratterizzato dalla spinta di due forze dinamiche contrapposte, l’innovazione e la conservazione, che, per natura configgono ma, per esigenze contingenti, sono obbligate a convivere e a integrarsi a vicenda.
L’innovazione tende a realizzare il cambiamento e il progresso, mentre la conservazione tende al mantenimento del proprio sistema di vita, della propria lingua, della propria storia e della propria cultura come risorse autentiche e segni inconfondibili della propria identità. In fondo esse sono due categorie fondamentali, due facce della stessa medaglia, del complesso e contradditorio sviluppo di questo primo scorcio del terzo millennio, in Sardegna come altrove”.
Si tratta, in conclusione, di un lavoro che ha, tra gli altri, un grande pregio: scegliendo espressamente di trattare l’argomento su due livelli – uno scolastico, e l’altro storico-teorico, il testo, concilia due esigenze che l’editoria scolastica riesce a conciliare sempre meno, lo spessore scientifico e la resa didattica. I due livelli consentono al lettore di spianare con relativa facilità questioni molto ardue che, nel caso specifico, si distendono sui fatti e gli avvenimenti che hanno caratterizzato la vita dei sardi degli ultimi cinquemila anni”.
Giorgio Piras
Si presenta qui di seguito la recensione sul libro “La Sardegna nel Tempo” di Felice Moro fatta dal Dott. Natalino Piras e pubblicata dal quotidiano “La Nuova Sardegna” in data 13.04.2011, in occasione della presentazione dell’opera al pubblico presso la Biblioteca “Sebastiano Satta” di Nuoro, avvenuta il giorno 14.o4.2011.
La lunga storia dell’isola in un nuovo saggio didattico dell’ex dirigente scolastico
NUORO. «La Sardegna nel tempo. La storia essenziale dell’isola e la Carta de Logu» di Felice Moro (Edizioni Grafica del Parteolla). È il libro che verrà presentato giovedì pomeriggio alle 18,30 nell’auditorium della biblioteca Satta. Presente l’autore, coordinamento di Tonino Cugusi, la relazione verrà fatta da Natalino Piras. L’iniziativa è del Consorzio per la pubblica lettura Satta in collaborazione con l’Associazione nazionale educatori benemeriti. Un percorso storico, dalla preistoria ai giorni nostri, raccontato attraverso 398 pagine, appendice fotografica compresa, con taglio chiaramente didattico. Felice Moro è stato per lungo tempo insegnate e dirigente scolastico e ha al suo attivo diverse pubblicazioni specie sul recupero e sull’integrazione di ragazzi portatori di handicap. In questo lavoro a carattere storico riversa tutta la sua passione per la ricerca, per l’esposizione, per il dettaglio. Non manca quasi niente della plurimillenaria storia dei sardi, dall’era prenuragica alle rinascite fallite passando per le dominazioni succedutesi nell’isola: fenici, cartaginesi, romani, vandali, bizantini, aragonesi, spagnoli, austriaci e infine la “perfetta fusione” con il regno piemontese e con la storia dell’Italia unita e disunita. Punti nodali della ricostruzione operata da Felice Moro sono l’età giudicale, specie il rennu di Arborea, il pensiero amministrativo giuridico insito nella «Carta de Logu», al tempo di Mariano IV e di sua figlia Eleonora, tra il XIV e XV secolo. Il corpus di quelle leggi redatte in lingua sarda e che saranno in vigore sino allo Statuto albertino, nell’Ottocento, contengono in nuce i fondamenti di un pensare autonomistico poi ammodernato da Giovanni Battista Tuveri e Giorgio Asproni. È per questo che Felice Moro dedica la parte conclusiva del libro ai titoli più significativi della “Carta”: ordinamentos de silvas, de laoris, de salarios, de vingias. Il metodo utilizzato è quello del ricucire sapientemente le parti e commentarle alla luce della storia contemporanea. Si avverte la valenza didattica. Felice Moro scrive con buona capacità di sintesi basata sulla conoscenza dei classici, storici, storiografi, geografi, viaggiatori, ricercatori, poeti e romanzieri che nel corso del tempo hanno attraversato le contrade dell’isola. È come accordare al nostro tempo le loro voci. 13 aprile 2011