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Scritto Da Felice Moro il giorno 08 Gen 2009

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L’articolo è incentrato sulla storia, struttura e funzioni della Comunicazione. La comunicazione è una relazione che si stabilisce tra due o più … (Clicca sul titolo per continuare a leggere l’articolo)

 

Archive for Aprile, 2015

Recensione di Dr Giorgio Piras a “Fiori di Campo”

Posted By Felice Moro on Aprile 11th, 2015

fiori di campo copertinaFiori di campo (Grafica del Parteolla, pp. 130, € 14,00) è l’ultimo lavoro letterario di Felice Moro. Il volume contiene una raccolta di poesie scritte dall’autore in un arco di tempo trentennale. Alcune in lingua sarda, altre in lingua italiana. Si tratta di un lavoro diverso rispetto ai precedenti. Fino ad ora l’autore si èra cimentato in studi su tematiche relative al mondo della scuola e alla storia della Sardegna; coniugando rigore scientifico e grande capacita comunicativa.

Nell’ultima fatica egli ci guida nel proprio mondo interiore. Il rigore metodologico cede il passo ai sentimenti che emergono prepotentemente, fin dalle prime pagine dell’opera. In realtà, come detto, il volume raccoglie scritti composti in un arco temporale di circa trenta anni. Ciò denota che l’ispirazione poetica non è il risultato di una “conversione alla poesia” manifestatasi negli anni maturi, ma è stata caratteristica costantemente presente nell’autore, vissuta in parallelo con l’aspetto più prettamente professionale e razionale.

Fiori di campo, dunque. Fiori che nascono spontaneamente, senza che nessuno si curi di loro. Fiori senza grandi pretese, che si accontentano di quello che la natura concede, senza nulla chiedere. Forse perché in fondo sono consapevoli di essere parte di un grande disegno in cui loro sono solo apparentemente delle comparse. Non quindi rassegnati, ma preparati a resistere alle prove dell’esistenza, in attesa del momento opportuno per mostrare al mondo tutta la propria, semplice, bellezza. Questo sembra essere lo spirito che anima i personaggi e le vicende narrate e costituisce, probabilmente, la chiave di lettura dell’intera opera.

Le poesie narrano le vicende personali dell’autore e con esse, quelle di un intero popolo. Si parte dai primi ricordi di bambino, in un piccolo paese della Sardegna centrale. I primi flashback sono quelli legati alle tristi vicende della seconda guerra mondiale. Il terrore per i bombardamenti. L’esperienza degli sfollati dalle città bombardate che venivano a rifugiarsi nei paesi dell’entroterra. A seguire il dopoguerra, la dura vita nei campi per guadagnarsi il minimo per la sopravvivenza. La decisione coraggiosa, contro ogni logica, di non rassegnarsi alla situazione. Di voler cambiare il proprio destino. Ben consci che solo così si poteva cambiare il destino anche di quelli che sarebbero venuti dopo. Poi il lavoro nella scuola. Gli amici e parenti, vecchi e nuovi. I colleghi di lavoro, le vicende della famiglia. Il passare degli anni con la vecchiaia che avanza. Le persone che non ci sono più e i nuovi nati che si affacciano alla vita. Situazioni liete e tristi affrontate sempre con grane dignità e compostezza.

Si tratta di poesie che, pur nascendo dalla propria esperienza interiore, diventano universali, in quanto capaci di rappresentare sentimenti ed emozioni degli uomini di ogni tempo. In quanto a struttura, l’opera si compone di una raccolta di 86 poesie in sardo e in italiano dedicate alla famiglia, al paese di Tiana ed ai tianesi centenari, alla religione e alla scuola. Per dare al testo anche un’architettura tematica l’autore ha diviso la raccolta in Sezioni. La prima di queste, In famiglia, include 33 componimenti. Molto diversi tra loro, ma accomunati dal fatto che trattano tutti argomenti della sfera affettiva, relazionale, personale o familiare dell’autore. La sezione si apre con la poesia “Ammentos” ossia ricordi. Questa raccoglie le memorie più lontane e rappresenta, in un certo senso, una sintesi di tutta la sezione. Ciò che qui emerge con evidenza sono le prove dure della vita unite ad una forte fede e una altrettanto forte forza di volontà e voglia di riscatto.

La seconda Sezione, a Tiana e comprende 14 componimenti. Essi trattano diversi argomenti relativi ai beni naturali, materiali, storici, antropologici e sociali del paese. Traspare qui l’attaccamento ai luoghi dell’infanzia unito all’amarezza per un mondo che va, lentamente, scomparendo. Sopratutto in questa, ma anche nella successiva quinta sezione, si manifesta l’aspetto di una poetica che potremmo definire, a pieno titolo, ecologista ante litteram, visto il periodo a cui risalgono alcuni di questi componimenti.

La terza Sezione, soggetti religiosi, è formata da altri 14 canti a tema religioso. Qui emerge, in modo prepotente, una forte fede e devozione.

La quarta Sezione, ai tianesi centenari, comprende otto poesie augurali che, a suo tempo, l’autore aveva dedicate ai suoi compaesani centenari. Il paese di Tiana è patria di molte persone che hanno superato la soglia dei cento anni. Tra queste ricordiamo in modo particolare Tziu Antoni Todde, arrivato alla veneranda età di 113 anni e riconosciuto, in vita, come l’uomo più vecchio del mondo.

La quinta Sezione, a Nuoro e alla Barbagia, comprende 12 poesie. Trattano argomenti vari, per lo più riferiti a Nuoro o ad altri soggetti dell’ambiente barbaricino. Ricordiamo qui le poesie al monte Corrasi, al monte Ortobene, a Nuoro e a Oliena. Anche in questo caso si manifesta l’ammirazione, il rispetto e l’amore per la natura.

La sesta e ultima Sezione, il mondo della scuola, comprende sei poesie riferite alle amicizie e alle esperienze fatte nella parte terminale della sua lunga carriera scolastica.

Nel complesso si tratta di un’opera che presenta un’ampia varietà tematica e compositiva. Una poetica che, per alcuni aspetti, rimanda a Sebastiano Satta. Autore di bellissimi versi in lingua sarda e italiana, che canta la Barbagia nell’asprezza dei suoi paesaggi selvaggi e nella crudezza dei suoi personaggi, spesso tristi. Per altri riporta ai poeti improvvisatori in lingua sarda, dalla battuta brillante e graffiante e, spesso, ironica.

Se un grande merito deve essere riconosciuto alla raccolta poetica di Felice Moro, questo è quello di andare controcorrente. In un’epoca in cui prevale la comunicazione facile e veloce, spesso superficiale, la poesia non incontra più il favore del grande pubblico. L’autore ha voluto, al contrario, riaffermare la centralità del proprio io nel suo rapporto con la società. Contro l’appiattimento mediatico, di cui siamo, un po’ tutti, vittime. Egli manifesta, orgogliosamente, la propria individualità, guardando con attenzione e con onestà alla propria esperienza di vita, anche quando questa ricerca porta a trovare confusione e controsensi apparentemente irrisolvibili.